Prima la pandemia poi la guerra, Grisolaghi: “Viviamo l’epoca dell’insicurezza”

Nessuno avrebbe mai pensato che fenomeni come la pandemia e la guerra sarebbero entrati nelle nostre vite, così di colpo, stravolgendo tutte le nostre certezze. Proprio quando nessuno si sarebbe aspettato un simile scenario tutto ci è piombato addosso.

Perdiamo terra sotto ai piedi e quel mondo che prima esisteva sembra scomparso, anch’esso sotto le macerie. Senza prospettive per il futuro e senza certezze nel presente, molte persone stanno vivendo disagi a livello psicologico.

Viviamo l’epoca dell’insicurezza, dell’incertezza. Tutto ciò che era considerato solido e stabile nella società si è dissolto. Questo sembra dovuto principalmente al condizionamento mediatico: Gli attuali drammatici scenari di guerra stanno monopolizzando l’attenzione di tutti, ed anche se non li viviamo in prima persona, questi fatti non ci lasciano indifferenti anche a migliaia di km. Le immagini infatti hanno un impatto fortissimo. Questo genera forti ripercussioni come rabbia, angoscia e paranoia.

Incombe poi il senso di minaccia: Tutti i nostri caposaldi si sono sgretolati ed il cervello umano ogni volta che vede immagini di violenza immagazzina la violenza stessa. E’ molto preoccupante come situazione e per quanto si possa far finta di nulla l’effetto della guerra sulle persone grava sul futuro. Si stanno sviluppando disturbi di panico, ossessivi e paranoici. Sui giovani infine si registra la tendenza ad assumere comportamenti violenti e rabbiosi, e proprio l’incertezza sul futuro porta i giovani ad aumentare il consumo di alcol e droghe.

Il disagio psicologico cresce nel nostro Paese, toccando fette della popolazione sempre più ampie.

La seconda ricerca dell’INC Non Profit Lab, dal titolo “L’era del disagio”, quantifica que- sto problema e ci dice che il 60,1% degli ita- liani ritiene di convivere, da anni, con uno o più disturbi della sfera psicologica.

Ne soffrono di più le donne (65%) e i giovani della Generazione Z (75%, con punte addirittura dell’81% nel caso delle donne). Numeri impressionanti, quasi incredibili. Si fa fatica a trovare un adolescente o un giovane adulto, non ancora trentenne, che non dica di avere (o aver avuto di recente) problemi di natura psicologica.

Questo significa che la nostra società non sta bene in salute. Perché i giovani sono il presente e il futuro della società. E i loro mali sono i nostri mali.

Intervista completa su la Gazzetta di Siena

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La Repubblica Italiana tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività

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