Il ruolo della psicologia nell’infarto

La scienza è chiara: i processi psicologici influiscono sulla salute del nostro sistema circolatorio. Esiste un numero considerevole di prove scientifiche che supportano la relazione tra stress, ansia, depressione o altri fattori e l’aumento del rischio di malattie vascolari. L’effetto dell’ansia e i cambiamenti che essa comporta a livello fisiologico hanno un impatto molto importante sul sistema circolatorio. L’ansia induce un aumento di fattori organici, come l’ipertensione e la frequenza cardiaca, mentre innesca il livello degli ormoni dello stress, come il cortisolo. La relazione è diretta. Inoltre, avere ansia diminuisce anche i comportamenti legati a sane abitudini: fumare, non fare sport o mangiare in modo poco sano ci fa ingrassare e dormire peggio.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la riabilitazione cardiaca come “l’insieme di attività che assicurano ai pazienti con malattie cardiovascolari un ottimale recupero fisico, mentale e sociale che consenta loro di vivere una vita il più normale possibile”.

Per quanto riguarda la psicologia e la sanità pubblica, questa figura è assunta dallo psicologo specializzato in psicologia clinica nell’area della consulenza interdisciplinare, che si occuperà di valutare e intervenire sui fattori emotivi.

E’ comune riscontrare sintomi depressivi tra le persone con malattie cardiache, sia come fattore predisponente che come conseguenza di essa, e inoltre, tra i pazienti depressi, anche la percentuale di mortalità per malattie cardiovascolari (CVD) è superiore.

  • Depressione: è stata associata a una minore aderenza alle linee guida mediche da parte dei pazienti. Con particolare attenzione a quelli relativi all’esercizio fisico, che danneggiano il decorso e la prognosi delle CVD.

  • Ansia. Possiamo definire due tipi di ansia. L’ansia che è alta e si manifesta all’improvviso è associata a più del doppio delle probabilità di CVD. Mentre l’ansia, che è lieve, a basse dosi e stabile nel tempo, ha un effetto protettivo: agisce come una sorta di vaccino che ci protegge dalle malattie cardiovascolari.

La combinazione di ansia e depressione moltiplica il rischio per tre. Produce una combinazione di sintomi chiamati complessi HIA (ostilità, rabbia, aggressività), con l’ostilità come fattore predominante. L’ostilità aumenta notevolmente la reattività cardiovascolare e interferisce anche con le abitudini di salute, aggravando notevolmente la prognosi delle malattie cardiovascolari.

Articolo competo su La mente è meravigliosa

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