Stop cellulari in classe: il legame tra tecnologia e benessere psicologico
L'anno scolastico 2024-2025 esordisce con una novità. Nel cuore dell'estate il ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara ha firmato una circolare che stabilisce il divieto assoluto di utilizzo degli smartphone in classe, anche per fini educativi e didattici, dalla scuoladell'infanzia fino alla scuola media.
La recente legge che vieta l'uso dei cellulari a scuola rappresenta un importante passo avanti per il benessere psicologico degli studenti, ma richiede una riflessione più ampia sul ruolo delle famiglie e dell'educazione digitale. L'iniziativa, se da un lato è stata accolta con favore da chi ritiene che possa migliorare la concentrazione e ridurre le distrazioni in classe, dall'altro solleva interrogativi sulle radici del problema e sull'efficacia di questo divieto a lungo termine, se non accompagnato da un'educazione consapevole all'uso della tecnologia.
L'utilizzo dei cellulari è ormai parte integrante della vita quotidiana di tutti noi. Se da un lato offre numerose opportunità di connessione, apprendimento e svago, dall'altro presenta una serie di rischi per lo sviluppo psicologico dei più giovani. Numerose ricerche hanno evidenziato come un uso eccessivo dei dispositivi digitali sia correlato a una maggiore incidenza di ansia, depressione e disturbi del sonno tra gli adolescenti. Le notifiche continue, i social media e l'iperconnessione possono creare una dipendenza psicologica, che alimenta la costante ricerca di gratificazione immediata e mina la capacità di concentrazione, oltre che inibire le competenze relazionali.
In questo contesto, il divieto dei cellulari a scuola appare una soluzione necessaria per creare uno spazio in cui i ragazzi possano ritrovare una dimensione di presenza reale, non virtuale e concentrazione. La scuola è il luogo in cui si dovrebbero formare le capacità cognitive e sociali, e la rimozione di una fonte di distrazione così pervasiva può permettere di focalizzarsi sull'apprendimento, migliorando il rendimento scolastico e promuovendo relazioni più autentiche tra pari. Inoltre, ridurre l'esposizione ai social durante l'orario scolastico può diminuire la pressione sociale e il confronto costante che spesso danneggia l'autostima dei giovani.
Se il divieto a scuola rappresenta una strategia importante, da sola non basta a risolvere il problema alla radice. L’educazione all’uso consapevole della tecnologia deve iniziare a casa, con un ruolo centrale dei genitori. I giovani apprendono abitudini e modelli comportamentali anche attraverso l’osservazione degli adulti. Genitori che usano il cellulare in maniera compulsiva, che sono sempre connessi o che fanno un uso indiscriminato dei social media trasmettono ai figli un messaggio implicito sull’importanza del digitale nelle relazioni umane.
L'educazione digitale deve, quindi, partire da un esempio consapevole: stabilire limiti di tempo per l'uso del cellulare, incoraggiare attività non digitali, come la lettura, lo sport o le attività creative, e insegnare ai figli a riconoscere quando la tecnologia sta diventando invasiva. Questo processo di educazione deve includere il dialogo: i ragazzi devono essere incoraggiati a parlare apertamente delle loro esperienze online, delle pressioni che sentono sui social e delle sfide che incontrano nell'equilibrare il tempo passato davanti agli schermi.
La scuola, con il divieto dei cellulari, può essere un'alleata importante nel processo di formazione dei giovani, ma l’approccio deve essere bilanciato. Non si può semplicemente demonizzare la tecnologia, ma occorre insegnare ai ragazzi come utilizzarla in modo sano e produttivo. A tal fine, è essenziale che le scuole implementino anche programmi di educazione digitale, che insegnino l'uso sicuro e responsabile dei dispositivi, la gestione del tempo online e l'importanza del rispetto della privacy.
Le famiglie, dal canto loro, devono tornare a fare le famiglie. Solo attraverso una sinergia tra ambiente scolastico e familiare sarà possibile creare le condizioni per un benessere psicologico duraturo e per lo sviluppo di competenze digitali che accompagnino i giovani nella vita adulta in modo equilibrato e consapevole.
Il divieto dei cellulari a scuola è un primo passo verso la protezione del benessere psicologico dei ragazzi, ma non è la soluzione definitiva. È necessario un cambiamento culturale che coinvolga non solo gli studenti, ma anche le famiglie e l'intera società, per promuovere un uso più sano e consapevole della tecnologia. La terza legge di Clarke: “Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”. Facciamone buon uso.
JG