I ragazzi che hanno più bisogno di amore lo chiedono nei modi meno amorevoli: impariamo a gestirli per educarli.
L'inizio dell'anno scolastico è un periodo che porta con sé una serie di emozioni complesse, sia per i ragazzi sia per gli adulti che li circondano e può essere considerato una vera e propria sfida emotiva per entrambi. Mentre studenti e insegnanti si preparano a nuove sfide e opportunità, è fondamentale che gli adulti - genitori, insegnanti e figure di riferimento - riflettano sulla loro responsabilità nel sostenere emotivamente i ragazzi.
È corretto dare importanza ai risultati scolastici, ma ancora più importante sarebbe comprendere e rispondere ai loro bisogni emotivi. Le parole del neurologo pediatrico Martin L. Kutscher: “Il bambino che ha più bisogno di amore lo chiederà nei modi meno amorevoli”. In altre parole, i ragazzi che hanno maggiori necessità di supporto spesso lo chiedono nel modo meno evidente e talvolta in modo oppositivo e aggressivo. Questi comportamenti possono essere manifestazioni di disagio, stress o insicurezza, e richiedono un ascolto attento e una risposta decisa e autorevole dell’adulto. Se l’adulto è troppo morbido, il ragazzo si perde.
Secondo l’approccio Strategico, sviluppato dal mio maestro Giorgio Nardone, un comportamento problematico, disfunzionale, è spesso un tentativo di soluzione, evidentemente fallimentare, a un disagio percepito. I ragazzi che manifestano oppositività, aggressività, apatia o isolamento stanno cercando, a modo loro, di risolvere un disagio. Invece di etichettare questi comportamenti come semplici atti di sfida, è utile adottare una prospettiva che cerchi di capire il bisogno che li scatena.
Come adulti di riferimento, dobbiamo cercare di entrare nel mondo dei ragazzi, comprendere le loro paure e i loro bisogni, e offrire loro nuovi punti di vista e strumenti per affrontare le difficoltà, per aiutarli a trasformare le proprie paure in coraggio. Dobbiamo aiutarli a cambiare la disfunzionale percezione della realtà nella quale spesso e sempre di più si incastrano, accompagnandoli a trovare nuove soluzioni, più funzionali di quelle precedentemente adottate.
Ecco alcuni suggerimenti, tratti dall’approccio Strategico, che possono essere utili per sintonizzarci emotivamente con i ragazzi e affrontare tutti al meglio, grandi e piccoli, l'inizio dell'anno scolastico:
Riconoscere le emozioni: prima di cercare di correggere un comportamento, è essenziale riconoscere le emozioni che quel comportamento ci vuole comunicare. Ad esempio, se un ragazzo si mostra arrabbiato e ribelle, piuttosto che limitarsi a correggerlo e punirlo, è importante anche accogliere le sue emozioni: "Capisco che sei arrabbiato, è normale sentirsi così quando le cose sembrano difficili". Questa risposta permette al giovane di sentirsi compreso e apre la porta al dialogo che a sua volta potrà permettere di trovare soluzioni alternative.
Utilizzare paradossi: talvolta può essere utile, più della razionalità, utilizzare una comunicazione basata sul paradosso per rompere schemi disfunzionali. Per esempio, se un ragazzo si lamenta continuamente, potremmo suggerirgli di esasperare questo suo comportamento: "Ti vuoi lamentare? Ok, fallo il più possibile per 5 minuti, e stop." Questa logica paradossale spesso sblocca la situazione, portando a saturazione le lamentele stesse.
Procedere per piccoli passi: invece di aspettarsi un cambiamento immediato, è più utile aiutare i ragazzi a stabilire obiettivi piccoli e raggiungibili, che se sommati insieme potranno portare al grande cambiamento. Ad esempio, se un ragazzo ha difficoltà a concentrarsi sui compiti, potremmo suggerire di lavorare per 10 minuti e poi fare una pausa. Questo può aiutare a ridurre l'ansia e costruire fiducia nelle proprie capacità.
Cambiare punto di vista: aiutare i ragazzi a vedere le situazioni da una prospettiva diversa è un potente strumento di cambiamento. Se un ragazzo percepisce la scuola solo come un luogo di “dovere”, possiamo lavorare per ristrutturare questa percezione, evidenziando gli aspetti piacevoli, come le opportunità di crescita, le relazioni sociali e le attività che lo interessano: inserire il piacere, trovare uno scopo, nel dovere, consente di affrontarlo meglio e con più motivazione il dovere stesso.
Creare una routine: le abitudini asserviscono dolcemente la nostra mente. Aiutare i ragazzi a stabilire una routine quotidiana che includa tempi dedicati allo studio, al riposo e al divertimento può contribuire a creare un ambiente più sereno e gestibile.
L’adulto ha il dovere di provare a sintonizzarsi emotivamente con il ragazzo che ha di fronte. La sintonizzazione emotiva è una competenza chiave che richiede attenzione e capacità comunicative che è possibile apprendere attraverso l’esercizio. Non si tratta solo di ascoltare e capire, ma di sentire le emozioni dell’altro. Creare uno spazio sicuro dove i ragazzi possano esprimersi liberamente, senza timore di essere giudicati, è fondamentale. Questo tipo di ascolto attivo apre la strada a una comunicazione efficace, dove il giovane potrà sentirsi riconosciuto.
Come adulti, abbiamo la responsabilità di essere guide, modelli di riferimento, di trasmettere valori attraverso l'esempio. I ragazzi apprendono più dai comportamenti che osservano che dalle parole che sentono. Dimostrare rispetto, gentilezza, determinazione e passione nelle nostre azioni quotidiane crea un modello che potrebbe essere attrattivo per i più giovani. È essenziale che vedano coerenza tra ciò che diciamo e ciò che facciamo. Inutile che il genitore inciti il figlio alla lettura se è lui stesso a passare ore ed ore sui Social.
L'inizio della scuola è un momento di crescita e di sfida sia per i ragazzi che per gli adulti. Come adulti di riferimento, siamo chiamati a creare un ambiente emotivamente stabile e a sintonizzarci sui bisogni dei giovani. Solo così possiamo veramente aiutare i ragazzi a crescere, a trovare la loro strada, a perseguire i loro sogni, trasmettendo loro non solo nozioni, ma valori che li accompagneranno per tutta la vita.
JG