“Che cosa vuoi fare da grande?”. “Soldi”. Quando i mezzi diventano fini, i valori supremi perdono valore e diventa possibile uccidere “per capire che cosa si prova”.
Come psicologo e psicoterapeuta che lavora a stretto contatto con adolescenti, mi trovo sempre più spesso di fronte a una problematica crescente: la mancanza di obiettivi chiari. Alla domanda "Cosa vuoi fare da grande?", molti giovani rispondono con un'unica parola: "Soldi". Questa risposta, pur essendo in apparenza pragmatica e figlia di un contesto socio-economico complesso, rivela una distorsione profonda nel modo in cui gli adolescenti percepiscono il successo e il senso della propria vita.
Il denaro è, per sua natura, un mezzo e non un fine. È uno strumento per ottenere ciò che desideriamo, per migliorare la qualità della nostra vita o per soddisfare i nostri bisogni. Tuttavia, quando i mezzi vengono scambiati per fini, si verifica una pericolosa inversione di valori. Invece di aspirare a una vita significativa e arricchente, che necessariamente dovrebbe passare attraverso impegno e responsabilità, molti giovani crescono con l’idea che accumulare ricchezza, più velocemente possibile, con meno fatica possibile, sia l’unico scopo. Già lo insegnava Nietzsche: quando i fini perdono di valore, la nostra esistenza stessa rischia di degradare. Questi è il nichilismo.
Il nichilismo moderno, che caratterizza molti adolescenti oggi, si manifesta proprio in questa vacuità di aspirazioni: non vi sono modelli solidi, guide sicure o valori intrinseci a cui ispirarsi. La società ha progressivamente delegittimato figure che un tempo rappresentavano punti di riferimento, sostituendole con l'illusione del successo facile e immediato, rappresentato dalla fama, dal denaro e dal potere mediatico volto a le accumulare followers.
Ma cosa succede quando il vano successo diventa l’unica meta? La risposta è un profondo senso di vuoto. Senza obiettivi che attingano a passioni autentiche, valori morali, interessi culturali o desideri esistenziali, il giovane si perde in una spirale di insoddisfazione e alienazione. Questo, a sua volta, alimenta ulteriormente il ciclo nichilista in cui ci troviamo: la ricerca del significato è abbandonata, mentre la vita diventa un susseguirsi di atti privi di scopo, a tal punto che un 17enne può uccidere “per capire cosa si prova”.
Come adulti, il nostro compito è chiaro: dobbiamo aiutare gli adolescenti a riscoprire la bellezza di avere obiettivi autentici, a guardare oltre la superficialità del guadagno economico e a trovare uno scopo che possa dare significato alle loro vite. I giovani, in questo degrado esistenziale, sono spesso vittime di genitori incapaci di rappresentare modelli che incarnino valori veri, persone che dimostrino che il successo personale è una conseguenza di una vita vissuta con impegno e responsabilità. Responsabilità vuol dire non iperproteggere il giovane ma metterlo di fornire alle inevitabili conseguenze delle proprie azioni.
Offrire alternative valide significa dare voce a quei valori profondi che molti giovani, a volte inconsapevolmente, stanno cercando. Bisogna fare in modo che comprendano che, seppur difficile, il percorso verso la realizzazione personale passa attraverso il coraggio di affrontare se stessi, le proprie paure e il mondo che li circonda. Solo così possiamo invertire la rotta del nichilismo moderno e restituire ai giovani una vita densa di significato e di vera realizzazione.
JG